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Cari Lettori,  è con grande piacere che sono a comunicarvi il raggiungimento di un traguardo storico e molto importante: due giorni fa le vi...

martedì 15 dicembre 2020

UNA SCOMMESSA VINTA.

 

Il tutto avveniva nella tarda primavera del 2003, in attesa della Mostra “Il Secolo d’Oro della Maiolica” – Ceramica Italiana dei secoli XV-XVI della raccolta del Museo Statale dell’Ermitage - MIC Faenza, 2003.

La Mostra non fu un successo, nonostante l’importanza della collezione e i notevoli mezzi finanziari a disposizione, per una serie di motivi di cui discutemmo a lungo all’epoca, ed in particolare per una specie di peccato originale: le scelte sbagliate sulle maioliche da esporre in Mostra - si diceva che i pezzi più importanti, i veri capolavori, fossero rimasti a S. Pietroburgo -. Le critiche più feroci furono quelle rivolte alla studiosa Elena Ivanova, Curatrice delle Maioliche Rinascimentali del Museo russo, per gli scarsi contenuti scientifici delle schede del catalogo. Queste polemiche finirono poi per coinvolgere anche Carmen Ravanelli Guidotti. Nonostante ciò, nel vasto mondo degli studiosi, dei collezionisti e degli amanti di questa arte meravigliosa, per molti mesi, nel 2003, non si parlò d’altro.

Claudio Casadio era allora l’unico dirigente del MIC Faenza con cui mantenevo un buon rapporto e inevitabilmente finimmo per parlare delle maioliche dell’Ermitage; parlammo in particolare della crespina – n.17 del catalogo A. N.KUBE del 1976 e n.9 pagina 44 del catalogo Electa del 2003 – su smalto berettino, decorata a grottesche disposte a quartieri, con ATENA nel cavetto centrale e al verso, sul piede, la scritta FAENZA – vedi foto n.1 e 2 –. Fu questo particolare che, per motivi forse campanilistici, le fece conquistare la copertina del catalogo Electa. Ero quasi certo che la crespina con Atena fosse stata cotta a Ravenna, dipinta da Francesco di Bernardino del Berna alias il Maestro della Coppa Bergantini, nel suo ultimo periodo di attività 1550/70 quando la qualità della sua produzione stava ormai scadendo; per me era una scommessa giocata sul valore dei miei studi, sui documenti d’archivio trovati da Paola Novara, sull’esame di centinaia di frammenti dei depositi del Museo Nazionale di Ravenna e di molte collezioni private. Due anni di lavoro intenso e coinvolgente. Per Claudio Casadio, dirigente del MIC, la sigla “Faenza” apposta sul piede di una crespina cinquecentesca in smalto berettino voleva dire: vincere a mani basse! Quindi, subito dopo, senza dirmi niente, inviò una mail a Elena Ivanova a S. Pietroburgo, la quale rispose entro pochi giorni in modo conciso e lapidario: “GRAFFIANDO CON L’UNGHIA, VIENE VIA”. Avevo vinto la scommessa! Quando andai a Faenza, per l’inaugurazione della Mostra, l’amico Claudio mi offrì il pranzo.

Questa vicenda creò grande imbarazzo alla Direzione del MIC, anche perché il catalogo era già in stampa, e decisero quindi di uscirne in modo semplice e brillante, anche se un po’ furbesco e poco trasparente: esposero la crespina con ATENA nella vetrina principale della Mostra, ma in modo tale che non si potesse leggere il verso (la famigerata scritta, nel frattempo, era stata cancellata) e non pubblicando l’errata corrige della scheda del catalogo.

Claudio Casadio, dopo poco tempo, fu promosso ed incaricato della Direzione della locale Pinacoteca Civica; non tornò più al MIC, peccato! Sarebbe stato un ottimo DIRETTORE di questa importante Istituzione, forse l’unico in grado di invertire il trend, la lunga fase negativa che perdura da oltre 40 anni.


Alberto Piccini                                                                                                                            

Pitigliano, 15.12.2020


Foto 1

Foto 2

mercoledì 25 novembre 2020

GUBBIO - NON SOLO LUSTRO -

Dal post pubblicato in data odierna sulla pagina Facebook Blog di ALBERTO PICCINI

Vaso a palla - altezza cm 29,60 - decorato a nastri annodati (groppi) e nella parte centrale, in quattro campi circolari : su due lati opposti campeggia il marchio economico del vasaio TGA che sta per Traverso Giovanni Antonio (ramo della famiglia FLORIS) con bottega in Gubbio; sul terzo campo : ritratto di giovane guerriero con elmo, volto a destra; sul quarto campo : putto alato con ermellini o donnola ( influsso leonardesco, secondo Hausmann-scheda 98 MUSEO DI BERLINO n. inventario NF 868. Databile al 1510 circa - Attribuito a Cafaggiolo Maestro Iacopo (Iacopo da Cafaggiolo) anche dal Falke e in tempi più recenti (1982) da Cora e Fanfani. FOTO n.1 e 2

Foto 1


Disco smaltato blu con decori in bianco e arancio definiti sulla scheda del Victoria and Albert Museum di Londra n. 147 numero inventario 521-1865 "bianco su azzurro"- Diametro 27,50 cm - datato 1491 - attribuito a Faenza - Porta al centro l' IHS di San Bernardino da Siena e sulla tesa la classica raggera. FOTO 3 e 4


Foto 3

Foto 4


Inoltre il disco porta in basso la sigla del figulo che lo dipinse "IM" per HIERONIMO MARINI, la data 1491 e il marchio economico del vasaio TGA che l'estensore della scheda legge GA scambiandolo per un simbolo monastico. Entrambi queste straordinarie maioliche sono da attribuire a Gubbio, alla bottega di Traverso Giovanni Antonio, documentato in loco dal 1479 al 1512 anno della sua morte. Il figulo che dipinse il bellissimo vaso a palla del Kunst di Berlino non è Iacopo da Cafaggiolo che nel 1510 aveva appena cinque anni circa, bensì, a mio avviso, il figulo derutese NICOLA FRANCIOLI detto "CO". Questa mia attribuzione, oltre fare scalpore, servirà anche a studiare più a fondo il periodo giovanile. la fase di apprendistato di questo grande pittore su maiolica : prima Acquapendente, poi Ravenna e poi Gubbio. Gli influssi leonardeschi arrivano al nostro figulo tramite le incisioni di Nicoletto da Modena, confermando l'incontro, la collaborazione con i maiolicari della famiglia DE RUBEIS parenti del grande incisore. Hieronimo Marini, invece, è un figulo itinerante, di origine pesarese, che nella sua lunga carriera opera a Pesaro, Casteldurante ( F. de Mély lo documenta qui nel 1511), Rimini, Ravenna e principalmente Acquapendente nei primi decenni del cinquecento nella bottega di Simone Marini. Non sono riuscito a trovare nessuna altra maiolica Rinascimentale con il marchio TGA, ma sono certo che nel prossimo futuro le troverò, anche perchè mi aiuteranno i lettori di questo post. La cosa più straordinaria di questa mia ricerca è che i soli due manufatti di questa bottega eugubina, due capolavori assoluti, non sono lustrati.


Alberto Piccini

Pitigliano, 25.11.2020

domenica 8 novembre 2020

LETTERA A JOHN MALLET

 Gentile Prof. John Mallet, 

Le porgo i miei più sinceri auguri per il suo novantesimo compleanno. 

Approfitto di questa occasione per farLe, da ultraottantenne quale sono, una proposta di collaborazione: realizzare insieme uno studio, un saggio su un argomento che riguardi la storia della Maiolica Italiana del Rinascimento; un saggio che affronti una problematica specifica già trattata da entrambi in tempi diversi, come per esempio: la biografia e il corpus delle opere di Francesco di Sante Carini detto "Il Rosso", alias Francesco Urbini, o Ennio De Rubeis, alias il Pittore del Bacile di Apollo, al fine di fare luce, di scrivere parole chiave e definitive su un tema relativo allo studio della Maiolica Italiana del Rinascimento. 

La mia scelta sarebbe orientata su un tema molto interessante, anzi affascinante direi, già trattato da entrambi: il famosissimo servizio Correr. I diciassette meravigliosi piatti del grande Museo veneziano attribuiti, a mio avviso in modo erroneo, a Nicola da Urbino, sarebbero un'occasione perfetta per rifare la biografia e il corpus delle opere di questo grande figulo; dopo la ricostruzione storica fatta negli ultimi decenni a dir poco dubbia, quasi grottesca: dal "Pellipario" (pellicciaio) e Nicola di Gabriele Sbraghe, si potrebbe cercare di dividere le opere di quest'ultimo da quelle del teutonico Tomassino di Giovanni, e in particolare da quelle del grande Bernardino di Benedetto del Berna.

L'idea sarebbe quella di partire dai miei due saggi del 2012: Il Servizio Correr e Supplemento al Servizio Correr pubblicati qui sul mio blog e integrarli con i documenti di varia natura, inediti, emersi dal 2012 (come per esempio il piatto dei depositi del Museo Correr, restaurato recentemente, con Diana e Atteone sul recto, di mano di Bernardino del Berna (in stile istoriato urbinate) che porta al verso, sia sul cavetto che sulla tesa, il nodo senza fine buddista di origine cinese che indica chiaramente Ravenna come centro di produzione).


 



















Naturalmente io punto molto sulla sua esperienza, capacità di analisi e genialità, tipica di tutta la sua saggistica passata.

Sono consapevole che questa mia proposta è molto difficile da realizzare, un'idea ardita, quasi una mission impossible, anche solo per l'età di noi due coautori, però per me vale la pena di provarci. Vale la pena provare sia per far luce su un argomento così importante, sia per stimolare le future generazioni di giovani studiosi, nelle cui mani lasciamo una storia della Maiolica Italiana del Rinascimento piena di troppi buchi neri. 

Attendo una Sua risposta,

Le rinnovo i miei auguri e ..

Ad Maiora!


Alberto Piccini

Pitigliano, 08.11.2020


mercoledì 2 settembre 2020

LORENZO ANGUILLARA E LE MAIOLICHE DIPINTE DA CATERINA DEL BERNA

Cari Lettori, 

da oggi potete leggere su questo blog il mio nuovo saggio:



Buona Lettura

Alberto Piccini

mercoledì 19 agosto 2020

"MAESTRO MARIOTTO DA GUBBIO FECIT"... AD ACQUAPENDENTE

Cari Lettori, 

vi ripropongo in questa occasione un mio saggio del lontano novembre 2010. Lo scopo è quello di illustrare meglio il significato e l'importanza dei marchi economici dei vascellari di Acquapendente. 

Colgo l'occasione per ricordare Francesco Cioci, il farmacista di Ostra recentemente scomparso che, come molti di voi avranno capito, è il proprietario del bellissimo orciolo al centro di questa vicenda.

Troverete nel saggio un mio articolo relativo al marchio della bottega faentina di Virgiliotto, insieme ad un botta e risposta tra Giuliana Gardelli e me pubblicati nel 2001 nella rivista milanese "Arte Incontro In Libreria". Sono sicuro che la Prof.ssa Gardelli rimarrà piacevolmente sorpresa per questa pubblicazione, che mi richiede da tempo, anche in ricordo di questa eccellente rivista che, a mio parere, avrebbe meritato una migliore diffusione. 

Rimangono da pubblicare i documenti di archivio; mi impegno a farlo non appena possibile. 

Auguro a tutti voi una buona lettura 

Alberto Piccini

https://drive.google.com/file/d/1E3tJM1N_d4_-dpCjxtKeayIQVsgteHVe/view


venerdì 19 giugno 2020

EMBLEMA DELLA BOTTEGA DI SANTE RUBEO AD ACQUAPENDENTE E A RAVENNA


Pitigliano, 19 Giugno 2020

Cari Lettori, 

vi allego il link del video "Emblema della Bottega di Sante Rubeo ad Acquapendente e a Ravenna" da oggi su YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=Ey4BaKhtzU4

Buona visione!

Alberto Piccini







giovedì 21 maggio 2020

Fabiano di Giovanni, vasaio di Perugia del XVI sec. e i due lokal-patriot di Deruta Giulio Busti e Franco Cocchi: attribuzioni problematiche


Cari Lettori,

vi invito a leggere il mio nuovo saggio, di cui trovate il link qui di seguito.

Vi segnalo che l'argomento è già stato in parte trattato nei post del 4 e 18 Aprile che trovate sulla pagina Facebook del Blog: Blog di Alberto Piccini



Fabiano di Giovanni vasaio di Perugia del XVI sec. e i due lokal-patriot di Deruta Giulio Busti e Franco Cocchi: attribuzioni problematiche

domenica 5 gennaio 2020

Decorazione a lustro a Pesaro




"LADECORAZIONE A LUSTRO A PESARO"


 Articolo di Alberto Piccini

Dedicato alla memoria di Paride Berardi




Milano, 11 maggio 2009

Cari Lettori,

Da oggi potete leggere su questo blog il saggio del 11 maggio 2009: "Decorazione a lustro a Pesaro", edito quando il blog di Alberto Piccini non era ancora nato. Ve lo ripropongo con i testi immutati e con un aggiornamento delle foto; potrete anche leggere un post scrittum molto interessante.

Colgo l'occasione per augurare a tutti un ottimo 2020,

Alberto Piccini